“[…] È sempre successo così nella sua vita. Nessuno l’ha mai tenuta stretta veramente. Alla fine, è sempre rimasta da sola a guardare il mondo dalla finestra. A guardare gli altri che se andavano[…]”.
Il libro parla di una particolare solitudine dei due protagonisti Giorgia e Angelo, non legata allo stare o meno con altre persone o all’avere o meno rapporti significativi. La scrittrice Marina Di Guardo fa vivere ai lettori attraverso i suoi personaggi la “solitudine interiore” per meglio dire quella sensazione profonda che fa pensare “mi sento solo/mi sento sola”.
Leggendo il libro fino alla fine si scoprirà l’importanza del rispecchiamento emotivo vissuto da parte dei protagonisti nella relazione amicale, rendendosi conto per chi lo leggerà che almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo sperimentato la solitudine in esperienze interpersonali simili, senza capirne il perché e soprattutto senza ascoltarle a fondo.
La connessione che nasce tra Giorgia nata al nord Italia, e, Angelo nato al sud Italia, migliora in modo significativo il loro benessere e la loro relazione con il mondo. Entrambi vivono delle relazioni intime ma bisogna sottolineare anche se non sono soli fisicamente si sentono soli interiormente.
In pratica Angelo avendo vissuto con la famiglia di origine un’identità fantasma, vive la relazione con la persona che crede di amare in pieno isolamento, non si sente compreso e accettato. Una sensazione oscura così profonda che lo porta a non sentirsi parte del mondo, di non appartenere a nulla, tale da fare un agito contro se stesso, in quanto gli sembra impossibile riuscire a liberarsi da questo senso di solitudine.
Mentre Giorgia avendo vissuto la perdita del padre e la madre occupata in un’ altra relazione, dimostra di vivere in modo simile la stessa sensazione di Angelo, che si manifesta durante il racconto della sua storia nel libro “L’inganno della seduzione” come ad esempio l’infiammazione intestinale quando è in ansia, oppure il dormire poco che si manifesta ulteriormente quando comincia a frequentare una persona che le piaceva fin da quando era più piccola, ma la sfida principale non è la relazione in se per sé ma arrivare ad una certa profondità emotiva…
Cosa accomuna a Giorgia e Angelo? Entrambi hanno una causa profonda cioè hanno vissuto un trauma infantile simile che li ha portati a sentirsi soli…
Eccoci arrivati alla parte dove entrambi grazie alla loro relazione riescono a trovare nuove prospettive sulla solitudine e nuovi modi di gestire il tempo con se stessi. Sia Giorgia che Angelo all’interno della loro relazione sono realmente se stessi, senza paura di essere giudicati mostrano il loro vero essere, condividono in modo autentico tutto quello che hanno dentro senza farsi prendere dalla vergogna, o la paura del rischio di essere rifiutati, grazie a questo processo relazionale entrambi riescono ad entrare in contatto con il loro mondo interiore e accettano le loro fragilità, diventando i loro punti forza portando dei veri e propri cambiamenti nella loro vita.
Marina Di Guardo in modo esclusivo riesce a dimostrare una grande sensibilità nella relazione con se stessi, con l’altro e con il mondo, ciò significa che la cosa più importante è lasciar cadere le difese emotive e le corazze che costruiamo per essere noi stessi in modo autentico. Questo potrebbe significare condividere esperienze che fanno male, di cui potremmo vergognarci o che pensiamo che potrebbero farci perdere valore agli occhi degli altri, ma nonostante queste paure se riusciamo a condividere i nostri sentimenti, come hanno fatto Giorgia e Angelo, in maniera reale, si potrebbe sperimentare un mondo completamente nuovo. Non è semplice farlo dall’oggi al domani, ci vuole tempo e anzi è necessario, basta trovare le persone giuste.
Grazie a Marina Di Guardo ho trovato il suo libro un prezioso spunto di riflessione sull’importanza dell’amor proprio e il pieno riconoscimento di se stessi.
Libro molto interessante lo consiglio vivamente!
Dr. Angelo La Barbera, Psicologo strategico
Comments